martedì 21 maggio 2013

Memorie di un parto cantato. Una nascita gentile con Ibu Robin Lim




In occasione del tour italiano di Ibu Robin Lim
è uscito il libro

di Elena Skoko 

Una ex cantante punk croata incontra un bluesman italiano a Bali. S'innamorano e incidono un album. L'anno dopo concepiscono una figlia. Durante i mesi di gravidanza, Elena s'accorge che sta vivendo un'esperienza di cui non sa quasi nulla. Si sente impreparata e inizia a studiare quali sono gli scenari che ha davanti. La scoperta della propria ignoranza sulla nascita e sul parto la spaventano e la sfidano a fare un po' di luce. Poco a poco si rende conto che quella che pensava fosse la sua unica opzione, il parto all'ospedale, non la soddisfa e la spaventa. Elena desidera un'esperienza che rispecchi la sua persona, la sua vita: un'esperienza poetica e libera. A Bali vive un'ostetrica filippino-americana che quando non aiuta le madri a partorire nell'acqua piena di fiori di frangipani, scrive libri e poesie. La chiamano guerrilla midwife (“ostetrica d'assalto”). Elena e Rob la incontrano e apprendono che Ibu Robin Lim non taglia il cordone ombelicale ai bambini che accompagna durante la nascita. Nel suo centro Bumi Sehat, situato in mezzo alle risaie dell' "Isola degli dei" indonesiana, le madri che hanno appena partorito hanno i visi illuminati di gioia, senza nessuna traccia di sofferenza. Elena e Rob comprendono subito di aver trovato l'unica persona che può assisterli nella nascita della loro bambina – una persona che canta quando nasce una creatura, che aiuta la madre nel travaglio massaggiandole la schiena e l'accoglie con un abbraccio accompagnato da parole d'amore. Nella sua famiglia, Elena appartiene alla prima generazione nata all'ospedale; sua nonna ha invece partorito quattro figlie in casa, inginocchiata sul letto, appoggiata a suo marito e aiutata da sua madre guaritrice. Nel momento in cui sua figlia decide di venire al mondo, Elena la aiuta con il canto: durante il travaglio intona una canzone che la coppia ha scritto durante i mesi di attesa. La loro canzone li accompagna fino alla nascita di Koko. Attraverso il canto, Elena impara a conoscere le sue paure e il dolore; attraverso la voce scopre che il parto è un'esperienza sensuale che non si distanzia molto dall'atto primario che l'ha resa possibile. Il suo corpo nel momento in cui dà alla luce una nuova vita assomiglia a quello completamente abbandonato all'estasi amorosa. Questa scoperta aiuta Elena a partorire e le permette di arrendersi all'esperienza e mettere felicemente al mondo la sua bambina, entrambe circondate da persone incoraggianti e amorevoli che assistono al miracolo della vita.


Il suo libro è una storia d’amore, un’ispirazione per tutte le donne. Leggetelo, datelo alle vostre figlie in modo che ne possano trarre giovamento. Elena condivide generosamente l’esperienza della sua evoluzione dalla fanciullezza alla maternità. Benchè sia ancora così giovane, come narratrice è un’anziana, una “guardiana del tempo”, una saggia. Questo libro, intimo racconto del rapporto con il suo uomo Bluebird e con la loro figlia Koko, appartiene pienamente alla nostra cultura e al nostro tempo, con esso Elena tocca nel profondo l’ethos femminile.
Ibu Robin Lim

Il nostro sapere e la connessione più profonda provengono dalle storie. Iniziate il viaggio con Memorie di un parto cantato. Il vostro cuore sarà toccato dalla storia familiare di Elena in cui essa trova piacere nel parto, trasformando la sofferenza con la musica, cantando la sua canzone nel momento in cui passa attraverso le potenti porte della maternità. Avrete modo di condividere la sua gioia quando dà il benvenuto alla sua bambina con beatitudine estatica. Sentite la sua passione perché vi guiderà a trovare la vostra e a reclamare la profonda saggezza interiore per far nascere il vostro bambino con la vostra energia creativa fluida e vivace.
Debra Pascali Bonaro


Elena ha travagliato, e infine partorito, cantando. Ma nessuno si aspetti vocalizzi mistici emessi nell’austera posizione del loto. Passo dopo passo, ha fatto quello che la faceva sentire tranquilla, che la rassicurava, sperimentando le sue paure, i suoi pregiudizi, i suoi limiti e il suo coraggio. E’ un racconto appetitoso, gonfio di sensualità, di erotismo, di curiosità, di slanci, di pazzie, di ingenuità, di allegria. Parla di piacere, di ozio goduto, di corpo sensibile. La sua è una vicenda non usuale, direi anzi decisamente originale. Eppure ciascuna donna che legga il suo racconto potrà riconoscere, ritrovare qualche pezzettino di sé, pur se di figli non ne ha fatti mai.” 
Marzia Bisognin

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